giovedì 4 giugno 2009

Franco Califano: l'uomo e il poeta


La tecnica più eccellente, l’estensione e la precisione vocale non sempre sono sinonimo scontato di emozione. Non sempre sono sufficienti a raggiungere lo scopo ultimo dell’esibizione di un’artista: regalare suggestioni, toccare l’anima di chi ascolta e s’aspetta qualcosa di bello…
Per ottenere ciò, è invece necessaria quella capacità interpretativa innata, quella bravura tale da riuscire a donare qualcosa di se stessi e di ciò che si vuole esprimere nell’animo altrui.
Verità assoluta, questa!
Ebbene… esempio emblematico di tutto ciò è il noto cantautore Franco Califano, per gli amici il Califfo.
Penna sopraffina, autore di una miriade di testi leggendari (per sé e per altri grandi artisti), nonché interprete che, seppur non dotato, appunto, di ottime qualità vocali, è riuscito a cogliere sempre il segno, diffondendo nelle orecchie e nel cuore di chi lo ha ascoltato irripetibili sensazioni.
La grande Mina, per la quale Califano scrisse un intero album (apprezzato dalla critica, ma passato inosservato agli occhi del grande pubblico), disse di lui che sarebbe stato in grado di interpretare qualsiasi brano, in quanto il suo modo unico di esibirsi e quella sua inconfondibile voce roca, avrebbero reso unica e originale qualsiasi sua esibizione.
Molteplici gli appellativi di cui il Califfo è stato insignito nel corso della sua lunga carriera: “il Prevert di Trastevere”, “il Brel romanesco”, “il Pasolini della canzone”, “il Belli di quest’epoca”, “un personaggio kafkiano”… Semplicemente “maestro” per i suoi fedelissimi fans.
Da sempre il pubblico italiano si è diviso, circa il ruolo e l’impatto che Califano ricopre: artista, poeta, maestro, play boy, unico, per alcuni… Maledetto, eccessivo, trash, cafone, inaffidabile e da censurare, per altri.
Ma Franco Califano, simbolo italiano, è l’uno e l’altro… E’ il bene e il male… il giusto e lo sbagliato…
Ma proprio per questo, Unico!
Amante incallito della libertà, valore che canta e decanta da sempre, è insofferente rispetto ai rapporti d’amore durevoli; nessuna donna (delle circa millecinquecento avute!) è mai riuscito a rapire il suo cuore e ad incatenarlo a sé… E del resto è giusto che sia così. Non potremmo mai immaginare Franco Califano a passeggio nel parco con moglie e figli, pronto a rincasare alle nove della sera e ad addormentarsi sul divano vicino alla tv… Non sarebbe il Califfo che amiamo!
Califano asserisce spesso che egli racchiude nel proprio animo due altri grandi artisti italiani: Vasco Rossi (il quale dichiarò che il suo più celebre successo, Vita spericolata, la scrisse pensando proprio a lui!) e Francesco De Gregori, altro grandissimo poeta e cantautore nostrano.
Deciso, forte, sicuro di sé, disinibito, disincantato, obiettivo, coerente, originale, Califano è stato spesso boicottato e vittima di censura, considerato un personaggio scomodo, proprio per il suo essere così diretto, schietto, senza peli sulla lingua (e alle volte anche un po’ sboccato!).
Ma la gente continua ad amarlo, a sostenerlo e ad osannarlo ad ogni sua apparizione, televisiva, radiofonica o live che sia.
Franco Califano verrà comunque sempre ricordato come un illustre ed attento autore, molto amato da interpreti femminili, proprio per la sua capacità di immedesimarsi in loro, grazie alla grande sensibilità e rispetto che egli ha avuto verso le donne, quasi innalzandole e ponendole su di un piedistallo. Tra i tanti successi che ha firmato, ricordiamo: E la chiamano estate, La musica è finita, La mia libertà (canzone manifesto del suo pensiero e del suo stile di vita), Un’estate fa, La nevicata del ’56, Minuetto (uno dei brani più pregevoli, più riusciti e più amati della discografia italiana di tutti i tempi!)… Fino al suo cavallo di battaglia, Tutto il resto è noia, frase “cult” studiata e analizzata anche in diverse lezioni di filosofia.
Il Califfo, dunque, ha scritto pagine importanti della musica, dando vita a vere opere d’arte, tutte annodate da quel minimo comune denominatore che contraddistingue ogni lavoro dell’artista: l’emozione e la suggestione sempre presenti in ogni sua composizione, e che fungono da filo conduttore negli svariati capolavori realizzati nella sua decennale carriera.
E con l’arrivo della bella stagione, Franco Califano esce dalla sua tana e torna sulla scena musicale con un album nuovo di zecca, C’è bisogno d’amore, (a quattro anni dall’ultimo, Non escludo il ritorno) che comprende 12 brani, di cui 8 inediti, e tante collaborazioni importanti: Federico Zampaglione, con cui duetta nel brano La nevicata del '56 (video sotto), Simona Bencini, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso, Renato Vecchio.
Il lavoro si apre con l’omonimo singolo C’è bisogno d’amore, dal testo interamente scritto dal maestro, e ripropone anche alcuni suoi grandi successi, rivisitati e riarrangiati per l’occasione.
Gli si possono tarpare le ali… Lo si può denigrare… Anche censurare… Ma la qualità e la poesia del grande Califfo sono oramai inarrestabili ed immortali, come è giusto che sia.
Onore, dunque, al personaggio, all’autore, al poeta, all’artista… E all’uomo Franco Califano.



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