venerdì 15 maggio 2009

La musica si fa rock: Led Zeppelin!


Considerati i padri dell' Hard Rock e dell' Heavy Metal, uno dei gruppi di maggior successo degli anni '70, nessun aggettivo rende l'idea di quale sia stato l'immenso valore che questa band abbia apportato alla musica.
Parliamo di una leggenda, parliamo dei Led Zeppelin.
Jimmy Page (chitarra), John Paul Jones (basso), John Bonham, detto Bonzo (batteria), dopo varie esperienze da session man, fondarono il gruppo nel 1968 insieme a Robert Plant, voce inconfondibile che avrebbe dato un marchio distintivo al loro sound originale.
Influenze blues e folk, unite ad un rock duro, caratterizzarono lo stile dei primi album: "Led Zeppelin I" e "Led Zeppelin II" consacrarono subito il successo della formazione, portandola al numero uno sia nel Regno Unito che negli USA. E pezzi come "Dazed e Confused" e soprattutto la dirompente "Whole Lotta Love" non lasciavano dubbi sulla statura artistica che questa band avrebbe rappresentato nel corso degli anni.
Il loro terzo disco, "Led Zeppelin III" (indovinate il nome del quarto!), segnò sia l'affermarsi del successo commerciale che una definitiva rottura con la critica musicale.
Ad aprire l'album un pezzo potentissimo, "Immigrant Song", nel quale la voce di Plant e la chitarra di Page sembravano unirsi in un unico strumento. Ed il resto del disco poi, lasciava spazio a sonorità molto più folk. Fatto quest'ultimo per nulla gradito alle principali riviste specializzate dell'epoca, che vedevano in questo cambiamento, una perdita di smalto nelle sonorità tipiche della band.
Ma è nel ’71 che arriva l'album capolavoro. Una produzione fantastica, che comprende anche la canzone forse più famosa del gruppo, “Stairway to Heaven”: un pezzo strabiliante, con un inizio lento, acustico, che sfocia poi in un hard rock molto tirato in puro stile Zeppelin. Il tutto ad accompagnare un testo, scritto da Plant, sui temi Tolkeniani a lui molto cari.
Famoso anche per la sua versione live, in cui Jimy Page sfoderava la famosissima chitarra dal doppio manico (a 6 e 12 corde), questo pezzo viene spesso giudicato tra i più belli che la storia del Rock ci abbia mai regalato.
Ma questo disco racchiude in sé anche una componente molto misteriosa.
A partire dal titolo, che in realtà non c'è, almeno ufficialmente. "Led Zeppelin IV" (come in seguito venne indentificato), non presenta infatti alcun titolo in copertina, e come unica firma sul retro, ha solo quattro simboli, che in realtà rappresentano i singoli membri del gruppo.
Ed è qui che il mistero si infittisce. Nonostante le ripetute smentite infatti, questi simboli sembrano essere dei riferimenti satanici e ad avvalorare questa tesi fu soprattutto la grande passione che lo stesso Page aveva per il satanismo (suo, peraltro, il simbolo più strano, rappresentato da una strana scritta: ZoSo).
Oltre poi ai messaggi subliminali che secondo molti sono inseriti in “Stairway to Heaven”: si dice infatti che un suo verso, ascoltato al contrario, contenga un inno al demonio.
Fu solo casualità? Nessuno ha mai dato una risposta a questo. Ma di certo non si può ricordare uno dei dischi più venduti e più belli della storia solo per le strane leggende ad esso collegate.
Altri cinque album (tra cui un live) vennero pubblicati nel corso degli anni settanta ed ebbero sempre un grande successo, lanciando spendidi pezzi come “Kashmir”,”Fool in the rain” e “All my love” , solo per citarne alcuni.
Fino al 1980, quando una tragedia si abbatté sulla band: John Bonham (considerato uno dei più grandi batteristi di sempre), dopo una serata passata a bere in modo sconsiderato durante una festa a casa di Page, morì per soffocamento nel letto dove era stato messo a dormire.
Molti vollero ricondurre le cause dell’accaduto all’avverarsi di una maledizione dovuta alla svolta satanista che Jimmy Page aveva portato nel gruppo.
Ma al di la delle superstizioni, purtroppo la storia dei Led Zeppelin finì in quel preciso istante: gli altri membri della band infatti decisero di non poter andare avanti senza di lui e mantenendo comunque i loro progetti solisti, si riunirono in seguito solo in pochissime occasioni, con alla batteria il figlio di John Bonham, Jason.
Come accadde l’ultima volta nel dicembre 2007, alla O2 Arena di Londra, con una storico concerto/reunion (considerato da Plant l’ultimo) per soli 21.000 fortunati fans. Molto pochi, se si considera che le richieste per i biglietti vennero fatte on-line da 20 milioni di persone in meno di 48 ore!
Un record assoluto, al quale solo una band della loro portata poteva aspirare.
Billy Joel ha detto: "Il rock è morto il giorno in cui è morto John Bonham".
Potrebbe sembrare un' affermazione un po' eccessiva, ma ascoltando la musica che i Led Zeppelin hanno lasciato in eredità al mondo, non possiamo che essere d'accordo con lui.



Condividi

1 commento:

  1. grandissima band non c'è che dire una delle mie preferite insieme ai queen e ai pink floyd!

    ti ho aggiunto alla lista dei miei blog amici. ciao

    RispondiElimina