mercoledì 22 luglio 2009
Lorenzo Cherubini: un "Jovanotti" maturo
Si suole dire spesso che il vino migliora col passare del tempo.
Effettuando un processo analogico, possiamo trasferire in campo musicale questo vecchio detto e applicarlo ad uno dei cantautori italiani più affermati, seppur anagraficamente ancora molto giovane.
Parliamo di Lorenzo Cherubini, il sempreverde Jovanotti nazionale.
Nato come dj ribelle, assiduo frequentatore di discoteche (suo habitat naturale), il giovane Lorenzo viene notato dal produttore Claudio Cecchetto, il quale (impavido!) riesce a scrutare in quello spilungone filiforme un potenziale artista. Ma, siamo sicuri, nemmeno l'ottimista Cecchetto avrebbe immaginato che Jovanotti, in un futuro prossimo, sarebbe diventato quell'artista di valore che è oggi, considerato uno dei punti fermi della discografia italiana.
Ed infatti, i suoi primi pezzi ("Ciao mamma"," Vasco"," La mia moto") non lasciavano presagire nulla di buono, nè di promettente. Fino a quando però, intorno ai primi anni '90, la carriera di Jovanotti subisce una sferzata in positivo e inimmaginabile fino ad allora. Le pseudo canzoni della prima era cominciano a cedere il passo a testi via via più autorevoli e impegnati, e a musiche più convincenti e meno scontate.
Degna di nota la raccolta "Lorenzo 90-95", ricca dei più bei pezzi già editi, ma contenente anche un nuovo singolo, uno dei migliori e più riusciti pezzi della sua storia artistica: "L'ombelico del mondo".
Da li in avanti è un susseguirsi di successi! L'appellativo Jovanotti comincia ad essere affiancato dal nome e cognome dell'artista; quasi un modo per mettere un po' da parte il fanciullino tutto 'sorrisi e fiesta', in favore di una più marcata identità dell'uomo e del suo nuovo lato artistico.
La svolta per il cantautore toscano. I successivi lavori, "L'albero" e "Capo Horn" suggellano le capacità e il talento di Jovanotti, che inanella una sfilza di pezzi di successo: "Bella", "Questa è la mia casa", "Luna di città d'agosto" (video sotto), "Per te", "Un raggio di sole"," Stella cometa" (tutte canzoni appartenenti ai due citati album "L'albero" e "Capo Horn", appunto). E poi ancora "Tanto"," Mi fido di te", "Falla girare", "Una storia d'amore" (tratti da "Buon Sangue").
Lorenzo Jovanotti è oggi considerato non soltanto uno dei più grandi artisti e cantautori italiani, capace di vendere milioni di dischi (fattore ancora più eclatante in un contesto di crisi discografica come questo!); ma egli è anche il promotore di uno stile che, prima che lui stesso lo sdoganasse, non esisteva in Italia. Jovanotti è di fatto il re del genere pop-rap italiano.
E nel 2008 è giunto anche un riconoscimento molto prestigioso: il rapper è stato infatti insignito del 'Premio Mogol', come miglior testo dell'anno, per la canzone "Fango" (primo singolo che apre il suo ultimo lavoro, "Safari", album ancora in classifica, dal quale a tutt'oggi sono stati estratti 6 singoli: "Fango", appunto, "A te"," Safari", "Come musica","Mezzogiorno", "Punto").
Niente male per uno che si è presentato al grande pubblico 'partorendo' testi come i già citati "Vasco" e "La mia moto", e tante altre canzoncine dai ritornelli a dir poco elementari!
Se poi aggiungiamo che Jovanotti, da sempre, si schiera in prima linea in ogni progetto a scopo benefico (ultimo, in ordine di data ma non di importanza, il singolo "Domani", scritto in seguito alla tragedia che ha colpito l'Abruzzo e nato da un'idea dello stesso Lorenzo e di Giuliano Sangiorgi), non si può che ammirare e fare un plauso ad un artista dal talento puro e dal cuore grande.
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