Quando due geni, due mostri sacri decidono di collaborare, non può che nascere qualcosa di unico e di immortale, qualunque sia il settore… E questo succede molto spesso, e per fortuna, anche in campo musicale. E quando ad incontrarsi sono la musica onirica e soave del blus man italiano per antonomasia, il Joe Cocker della Romagna, Adelmo Sugar Fornaciari, o più semplicemente Zucchero, e la penna sopraffina e mai banale del Principe dei cantautori italiani, Francesco De Gregori… il risultato non può che essere un “Diamante” della discografia italiana di tutti i tempi!
Godiamocelo allora, questo pezzo dedicato da Zucchero alla sua amata nonna, il cui nome era appunto Diamante… Possibilmente ascoltandolo ad occhi chiusi, per apprezzarlo fino in fondo…
Condividi
lunedì 3 maggio 2010
mercoledì 14 aprile 2010
Ringo e la Principessa Leila...You're Sixteen
Lui è considerato l'uomo più fortunato degli anni '60. Dal punto di vista artistico, il meno dotato tra i mitici Fab Four, nonché (diciamolo pure) il più brutto.
Stiamo parlando ovviamente di Ringo Starr, al secolo Richard Starkey (il suo pseudonimo deriva dal fatto che usasse indossare spesso degli anelli, "ring" in inglese...), batterista dei mitici Beatles.
Le opinioni sulle sue doti musicali per la verità sono contrastanti: possiamo dire che di sicuro lui brillava di luce riflessa al cospetto dei suoi "compagni di viaggio"... Ma chi non lo farebbe di fronte al genio puro di Paul McCartney, John Lennon e George Harrison?!?
Nello specifico poi, mentre qualcuno lo accusa di non possedere alcuna tecnica nel suonare la batteria, altri invece considerano il suo stile "monotono" ma preciso e molto confacente al sound del quartetto di Liverpool.
Allo scioglimento dei Beatles, avvenuto nel 1970, intraprende una carriera solista (come la restante parte della band), e raggiunge il suo apice nel 1973 con la pubblicazione dell'album "Ringo".
Il disco, in cima alle vette delle classifiche mondiali, viene osannato anche dalla critica e vanta la collaborazione di grandi nomi della musica, tra i quali Billy Preston, Marc Bolan, Harry Nilsson e soprattutto degli altri tre Beatles, che comunque non suonano mai contemporaneamente nello stesso brano.
Il singolo estratto che arriva al numero uno sia nelle classifiche inglesi che in quelle americane è una cover di un pezzo del 1960 scritto dai fratelli Robert e Richard Sherman: "You're sixteen (you're beautiful and you're mine)".
Ad impreziosirlo sono i cori di Harry Nilsson e l'assolo di "Kazoo" suonato da Paul McCartney, nonché un simpatico video nel quale Ringo si accompagna ad una giovanissima Carrie Fisher (all'epoca aveva circa 16 anni per l'appunto), che diventerà poi famosa per la sua interpretazione della principessa Leila nella trilogia di Star Wars.
Riascoltiamoci dunque questa canzone e rivediamo il nostro "Ringo boy"... ai limiti della legalità! :)
Condividi
Stiamo parlando ovviamente di Ringo Starr, al secolo Richard Starkey (il suo pseudonimo deriva dal fatto che usasse indossare spesso degli anelli, "ring" in inglese...), batterista dei mitici Beatles.
Le opinioni sulle sue doti musicali per la verità sono contrastanti: possiamo dire che di sicuro lui brillava di luce riflessa al cospetto dei suoi "compagni di viaggio"... Ma chi non lo farebbe di fronte al genio puro di Paul McCartney, John Lennon e George Harrison?!?
Nello specifico poi, mentre qualcuno lo accusa di non possedere alcuna tecnica nel suonare la batteria, altri invece considerano il suo stile "monotono" ma preciso e molto confacente al sound del quartetto di Liverpool.
Allo scioglimento dei Beatles, avvenuto nel 1970, intraprende una carriera solista (come la restante parte della band), e raggiunge il suo apice nel 1973 con la pubblicazione dell'album "Ringo".
Il disco, in cima alle vette delle classifiche mondiali, viene osannato anche dalla critica e vanta la collaborazione di grandi nomi della musica, tra i quali Billy Preston, Marc Bolan, Harry Nilsson e soprattutto degli altri tre Beatles, che comunque non suonano mai contemporaneamente nello stesso brano.
Il singolo estratto che arriva al numero uno sia nelle classifiche inglesi che in quelle americane è una cover di un pezzo del 1960 scritto dai fratelli Robert e Richard Sherman: "You're sixteen (you're beautiful and you're mine)".
Ad impreziosirlo sono i cori di Harry Nilsson e l'assolo di "Kazoo" suonato da Paul McCartney, nonché un simpatico video nel quale Ringo si accompagna ad una giovanissima Carrie Fisher (all'epoca aveva circa 16 anni per l'appunto), che diventerà poi famosa per la sua interpretazione della principessa Leila nella trilogia di Star Wars.
Riascoltiamoci dunque questa canzone e rivediamo il nostro "Ringo boy"... ai limiti della legalità! :)
Condividi
mercoledì 31 marzo 2010
La Cantina del Vinile: Nick Lowe

La nostra opera di riesumazione musicale continua a gonfie vele. Nello scaffale abbiamo trovato un 45 giri di un interprete che, parlando in termini elettorali, non riuscirebbe a superare lo sbarramento del 4%. Il nome è Nick Lowe.
La vostra domanda è più che ovvia (Ma chi è?). La risposta é: "Non lo sappiamo nemmeno noi".
Però, da buon antropologi musicali abbiamo scoperto che Nick Lowe è stato il precursore di un genere musicale che tuttora è molto in voga e che è il trampolino di lancio di molti cantautori. Oggi si chiama gavetta, cantina, piano-pub, negli anni '70 era il pub-rock. Consisteva in band, o cantanti, che suonavano musica rock, blues e country nei pub britannici stracolmi e annuvolati da gomitoli di fumo.
E proprio lui era uno di frequentatori di questi risto-canti. Altro interprete che è partito dal pub-rock è stato Elvis Costello. Casualmente, i due hanno avuto modo di collaborare. "(What's So Funny 'Bout) Peace, Love, and Understanding" (1979), fu scritto da Lowe proprio per Costello. Fu un discreto successo come lo fu un brano che forse si può definire il suo cavallo di battaglia, "Cruel to be kind" che ricorda, non vagamente, la musicalità dei brani dei Beatles e dei Beach Boys.
Proviamo a non farlo ritornare nel dimenticatoio sonoro...
Condividi
lunedì 29 marzo 2010
I Duran Duran in Arcadia per l' Election Day
Anche le elezioni ci suggeriscono musica...
Mentre la maggior parte della penisola è impegnata con lo spoglio delle ultime schede elettorali, noi abbiamo la giusta colonna sonora.
Arriva dritta dall'ormai lontano 1985, quando tre componenti dei Duran Duran (Simon LeBon, Nick Rhodes e Roger Taylor) si staccarono momentaneamente dal gruppo per creare una band parallela, adottando un nome, Arcadia, che evocava classicità e mistero, un po' come la loro musica.
E, nella loro pur breve vita, ebbero un discreto successo sia di pubblico che di critica, pubblicando l'album "So Red The Rose", registrato a Parigi con un investimento economico a dir poco eccessivo, superiore addirittura a quello speso per un normale album degli stessi Duran.
Il singolo principale estratto da questo album fu proprio "Election Day" (ecco il titolo che fa al caso nostro dunque...), ai primi posti delle classifiche mondiali e primo assoluto in Italia, che vantò la partecipazione di Grace Jones impegnata in una strofa con la sua caratteristica voce in recitativo...
L' "Election Day" italiano volge quindi al termine (era ora!!) e noi tiriamo un sospiro di sollievo provando a rilassarci con questo bel pezzo targato anni '80...
Condividi
Mentre la maggior parte della penisola è impegnata con lo spoglio delle ultime schede elettorali, noi abbiamo la giusta colonna sonora.
Arriva dritta dall'ormai lontano 1985, quando tre componenti dei Duran Duran (Simon LeBon, Nick Rhodes e Roger Taylor) si staccarono momentaneamente dal gruppo per creare una band parallela, adottando un nome, Arcadia, che evocava classicità e mistero, un po' come la loro musica.
E, nella loro pur breve vita, ebbero un discreto successo sia di pubblico che di critica, pubblicando l'album "So Red The Rose", registrato a Parigi con un investimento economico a dir poco eccessivo, superiore addirittura a quello speso per un normale album degli stessi Duran.
Il singolo principale estratto da questo album fu proprio "Election Day" (ecco il titolo che fa al caso nostro dunque...), ai primi posti delle classifiche mondiali e primo assoluto in Italia, che vantò la partecipazione di Grace Jones impegnata in una strofa con la sua caratteristica voce in recitativo...
L' "Election Day" italiano volge quindi al termine (era ora!!) e noi tiriamo un sospiro di sollievo provando a rilassarci con questo bel pezzo targato anni '80...
Condividi
sabato 27 marzo 2010
Un anno di Insolite Note con 'Music'!
Ebbene si... Insolite Note compie un anno! Sembra impossibile ma, tra alti e bassi, siamo sopravvissuti, grazie anche a voi...
E allora... Tanti auguri!!! Festeggiamo con torta (che mangiamo solo noi), palloncini (virtuali) e naturalmente tanta buona Musica...
Più precisamente ci auto-dedichiamo e vi dedichiamo questo bellissimo pezzo del 1976 che nel titolo e nel testo riassume benissimo il senso del nostro blog (e forse anche della nostra vita): "Music" di John Miles.
Un cantante che potremmo quasi definire una meteora (anche se è ancora in attività), che però ci ha regalato un capolavoro, un classico del Pop-Rock anni '70, magistralmente prodotto dal grande Alan Parsons (si, proprio quello del "Project", nonché soprattutto produttore dei mitici Pink Floyd) e arrangiato nella parte orchestrale da Andrew Powell.
Un pezzo che anche al centesimo riascolto, riesce sempre a dare i brividi (almeno per noi è così...).
Ve lo riproniamo sia in versione "studio" che in versione "live"... ne vale la pena!
Buona Musica a tutti!
Condividi
E allora... Tanti auguri!!! Festeggiamo con torta (che mangiamo solo noi), palloncini (virtuali) e naturalmente tanta buona Musica...
Più precisamente ci auto-dedichiamo e vi dedichiamo questo bellissimo pezzo del 1976 che nel titolo e nel testo riassume benissimo il senso del nostro blog (e forse anche della nostra vita): "Music" di John Miles.
Un cantante che potremmo quasi definire una meteora (anche se è ancora in attività), che però ci ha regalato un capolavoro, un classico del Pop-Rock anni '70, magistralmente prodotto dal grande Alan Parsons (si, proprio quello del "Project", nonché soprattutto produttore dei mitici Pink Floyd) e arrangiato nella parte orchestrale da Andrew Powell.
Un pezzo che anche al centesimo riascolto, riesce sempre a dare i brividi (almeno per noi è così...).
"La musica è stato il mio primo amore...Vivere senza la mia musica sarebbe impossibile... In questo mondo di guai, la mia musica mi guarisce"
Ve lo riproniamo sia in versione "studio" che in versione "live"... ne vale la pena!
Buona Musica a tutti!
Condividi
Iscriviti a:
Post (Atom)