'Ancora Sanremo?!? Ma è già passato da una settimana!!'...
Certo si, potevamo stare tranquilli almeno per un anno, ma noi non siamo ancora riusciti a disintossicarci e proseguiamo quindi imperterriti con la nostra piccola rubrica, andando a rivedere quelli che a nostro parere sono i momenti migliori del Festival, ossia i grandi ospiti stranieri.
Ritorniamo per questo al 1983, edizione da dimenticare per la vincitrice, che fu Tiziana Rivale con la sua "Sarà quel che sarà", ma assolutamente da ricordare per il quarto posto dei Matia Bazar, che si presentarono con il loro capolavoro "Vacanze romane"...
Il momento topico di tutto il Festival fu però a nostro avviso l'esibizione di un grande della musica contemporanea: Peter Gabriel.
Il fondatore dei mitici Genesis (una delle band Rock Progressive più importanti del mondo), dai quali però aveva ormai divorziato sin dal 1975, era arrivato alla pubblicazione del suo quarto album da solista, senza nome come i tre precedenti (si è soliti infatti chiamarli solo I, II, III e IV), ma conosciuto dai fan anche con il titolo di "Security".
Famoso per i suoi show molto teatrali in cui spesso usava travestirsi da vari personaggi "fantastici" di sua invenzione, anche per l'esibizione di Sanremo seppe stupire i suoi spettatori...
Il pezzo "cantato" in playback per l'occasione, fu la super hit "Shock The Monkey", bellissima canzone che descrive le ansie derivate dalla gelosia, attraveso l'immagine di una scimmia (vi proponiamo tra l'altro, anche lo splendido videoclip originale).
E le coreografie proposte a Sanremo riprendevano appunto la figura di un primate, del quale lo stesso Gabriel era truccato e del quale imitava le movenze...
Grandissimo show, con inaspettata super sorpresa finale (molto celebre), che però non vogliamo svelare per i pochi che ancora non hanno mai avuto il piacere di vederla... Ma che botta!!! Shock!!!
Sanremo 1983 - Shock The Monckey
Shock The Monkey - Video ufficiale
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sabato 26 febbraio 2011
lunedì 21 febbraio 2011
Sanremo International... Queen
Anche il 61° Festival di Sanremo ha chiuso i battenti e quest'anno, finalmente, possiamo affermare con forza: 'onore al vincitore'! Non succede spesso infatti che a trionfare siano un pezzo ed un cantante di queste qualità: Roberto Vecchioni meritava davvero e abbiamo tutte le ragioni per essere contenti di questo risultato.
Se proprio vogliamo però trovare un neo in questa edizione (oltre alla conduzione pressoché disastrosa), non possiamo non notare come quest'anno siano mancati i grandi nomi della musica internazionale (dando per scontato che i Take That e Avril Lavigne proprio non facciano parte di questa categoria).
Potremmo certo dire che essendo il Festival della musica italiana, questo sia sicuramente un "difetto" secondario, ma per noi "esterofili" (non per principio, ma per gusto) il fatto è abbastanza rilevante.
Nella sua storia infatti, Sanremo ha sempre avuto dei grandi ospiti stranieri e con questa nostra piccola rubrica vogliamo ricordarne qualcuno.
E' d'obbligo allora iniziare con il gruppo preferito da chi vi scrive, ossia una delle band britanniche più influenti della storia del rock: i Queen!
Sbarcarono eccezionalmente al Festival nel 1984, per promuovere l'uscita del loro album "The Works" e l'imminente tour che avrebbe toccato l'Italia per la prima ed unica volta nella storia (con Freddie Mercury), anche se solo per due date a Milano, nel settembre dello stesso anno.
Il pezzo presentato per ben due serate consecutive, fu "Radio Ga Ga", celebre brano scritto dal batterista Roger Taylor, che raggiunse la vetta di tutte le classifiche mondiali e che costituì poi una delle colonne portanti dei concerti che seguirono, con il caratteristico battimani del pubblico (indimenticabile a Wembley per il Live Aid, l'anno seguente).
Anche in quel caso però, noi italiani non mancammo di farci riconoscere, imponendo ad una delle band live migliori del mondo (se non la migliore in assoluto)... di suonare in playback!
Cosa normalissima per il Sanremo degli anni '80, ma davvero eccezioale per i Queen, che raramente lo avevano fatto e che non accettarono per nulla di buon grado la situazione, dimostrando platealmente il loro dissenso durante l'esibizione.
Soprattutto Mercury, che infatti nel cantare, spesso mancava di allineare il microfono alla bocca, facendo appunto notare che la performance non era live.
Purtroppo anche per questi 'reperti' che vi proponiamo, la qualità delle immagini non è il massimo e addirittura per la prima serata abbiamo a disposizione solo un minuto.
Ma certamente vale la pena rivedere questi miti del Rock esibirsi su un palco davvero troppo piccolo, anche solo con un playback, sbeffeggiando il solito pubblico immobile dell'Ariston (che per fortuna non viene inquadrato), con lancio di giacca e di fiori nel finale, da parte di un grandissimo ed indimenticabile Freddie Mercury...
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Prima serata)
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Seconda serata)
E non poteva mancare la conferenza stampa...
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Se proprio vogliamo però trovare un neo in questa edizione (oltre alla conduzione pressoché disastrosa), non possiamo non notare come quest'anno siano mancati i grandi nomi della musica internazionale (dando per scontato che i Take That e Avril Lavigne proprio non facciano parte di questa categoria).
Potremmo certo dire che essendo il Festival della musica italiana, questo sia sicuramente un "difetto" secondario, ma per noi "esterofili" (non per principio, ma per gusto) il fatto è abbastanza rilevante.
Nella sua storia infatti, Sanremo ha sempre avuto dei grandi ospiti stranieri e con questa nostra piccola rubrica vogliamo ricordarne qualcuno.
E' d'obbligo allora iniziare con il gruppo preferito da chi vi scrive, ossia una delle band britanniche più influenti della storia del rock: i Queen!
Sbarcarono eccezionalmente al Festival nel 1984, per promuovere l'uscita del loro album "The Works" e l'imminente tour che avrebbe toccato l'Italia per la prima ed unica volta nella storia (con Freddie Mercury), anche se solo per due date a Milano, nel settembre dello stesso anno.

Anche in quel caso però, noi italiani non mancammo di farci riconoscere, imponendo ad una delle band live migliori del mondo (se non la migliore in assoluto)... di suonare in playback!
Cosa normalissima per il Sanremo degli anni '80, ma davvero eccezioale per i Queen, che raramente lo avevano fatto e che non accettarono per nulla di buon grado la situazione, dimostrando platealmente il loro dissenso durante l'esibizione.
Soprattutto Mercury, che infatti nel cantare, spesso mancava di allineare il microfono alla bocca, facendo appunto notare che la performance non era live.
Purtroppo anche per questi 'reperti' che vi proponiamo, la qualità delle immagini non è il massimo e addirittura per la prima serata abbiamo a disposizione solo un minuto.
Ma certamente vale la pena rivedere questi miti del Rock esibirsi su un palco davvero troppo piccolo, anche solo con un playback, sbeffeggiando il solito pubblico immobile dell'Ariston (che per fortuna non viene inquadrato), con lancio di giacca e di fiori nel finale, da parte di un grandissimo ed indimenticabile Freddie Mercury...
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Prima serata)
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Seconda serata)
E non poteva mancare la conferenza stampa...
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venerdì 18 febbraio 2011
Sanremo Story... Gli Stadio

Curreri & C. rappresentano un gruppo che ha segnato la scena musicale italiana dal 1977 fino ad oggi, con vari cambiamenti all'interno della formazione nel corso degli anni. Attualmente, infatti, del gruppo originario troviamo solo Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli (batteria), ai quali si sono aggiunti poi Andrea Fornili (chitarra) e Roberto Drovandi (basso).
Reduci dal successo di "Acqua e Sapone", il loro debutto al Festival avvenne nel 1984, e fu "festeggiato" da un ultimo posto, che si trasformò, successivamente, in un colpo di fortuna.
"Dove si va, a far l'amore dove si va..." è il ritornello della canzone in questione, "Allo stadio", che tutti abbiamo cantato o solo ascoltato. Il brano fu scritto da Curreri e Luca Carboni e faceva parte dell'album "La faccia delle donne". Il connubio tra i due artisti emiliani continuò anche al Festival del 1986 con "Canzoni alla radio" che, come nella precedente partecipazione, si classificò all'ultimo posto.
Per chi ha poca memoria, o per chi ha orecchie ma non vuol sentire, lo riproponiamo con un video pescato dal nostro umile archivio, magari alzando il volume e sovrastando le note dei brani che stiamo ascoltando al Festival 2011 in questi giorni.
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giovedì 17 febbraio 2011
Sanremo Story... Mia Martini
Se l'attuale Sanremo non ci da per ora molti spunti su cui discutere, ci rifugiamo come al solito nel passato, nella storia della musica ed in questo caso proprio nella storia del Festival.
Proseguiamo infatti nella nostra ricerca e riportiamo alla luce un altro esordio: quello della grande ed indimenticabile Mia Martini.
In questo caso non si tratta di un debutto nel mondo della musica in generale, in quanto Domenica Berté, al secolo Mia Martini, cominciò la sua carriera artistica ben 19 anni prima, nel 1963.
Pezzi come "Piccolo Uomo" nel '72 e "Minuetto" nel '73, l'avevano già consacrata come grande interprete della musica italiana, quando nel 1982, dopo diverse occasioni mancate, arriva il pezzo giusto per Sanremo.
La canzone in questione era la bellissima "E non finisce mica il cielo" scritta da Ivano Fossati.
E questo tra l'altro fu l'ultimo pezzo che Fossati compose per lei, poco prima che finisse la loro tormentata storia d'amore.
La particolare bellezza di questo brano fece accadere quello che nella storia di Sanremo non era mai accaduto.
Infatti, nonostante la canzone non si fosse piazzata tra le prime tre, venne istituito proprio per rendere omaggio all'artista e al suo bellissimo pezzo, il Premio della Critica, scaturito dai voti assegnati dai giornalisti musicali accreditati al Festival.
Questo premio, che negli anni ha assunto una particolare importanza, dopo la tragica scomparsa di Mia Martini, avvenuta nel 1995, fu a lei intitolato.
Consegna del Premio della Critica a Mia Martini, durante la trasmissione "Domenica In"
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Proseguiamo infatti nella nostra ricerca e riportiamo alla luce un altro esordio: quello della grande ed indimenticabile Mia Martini.
In questo caso non si tratta di un debutto nel mondo della musica in generale, in quanto Domenica Berté, al secolo Mia Martini, cominciò la sua carriera artistica ben 19 anni prima, nel 1963.
Pezzi come "Piccolo Uomo" nel '72 e "Minuetto" nel '73, l'avevano già consacrata come grande interprete della musica italiana, quando nel 1982, dopo diverse occasioni mancate, arriva il pezzo giusto per Sanremo.
La canzone in questione era la bellissima "E non finisce mica il cielo" scritta da Ivano Fossati.
E questo tra l'altro fu l'ultimo pezzo che Fossati compose per lei, poco prima che finisse la loro tormentata storia d'amore.
La particolare bellezza di questo brano fece accadere quello che nella storia di Sanremo non era mai accaduto.
Infatti, nonostante la canzone non si fosse piazzata tra le prime tre, venne istituito proprio per rendere omaggio all'artista e al suo bellissimo pezzo, il Premio della Critica, scaturito dai voti assegnati dai giornalisti musicali accreditati al Festival.
Questo premio, che negli anni ha assunto una particolare importanza, dopo la tragica scomparsa di Mia Martini, avvenuta nel 1995, fu a lei intitolato.
Consegna del Premio della Critica a Mia Martini, durante la trasmissione "Domenica In"
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mercoledì 16 febbraio 2011
Sanremo 2011...Il solito Festival?
Dopo aver visto la prima serata e tralasciando la conduzione comunque sobria di Morandi e soci, dal punto di vista musicale, la risposta a questa domanda secondo noi è "sì, si tratta del solito Festival!".
E' inutile ogni anno aspettarsi qualcosa di più, un pezzo di qualità, una musica mai sentita... niente purtroppo, solo la solita solfa trita e ritrita!
Per vedere qualcosa di buono dobbiamo proprio sforzarci, lasciare da parte le "Insolite Note" delle quali spesso ci occupiamo e provare a scovare qualcosa di buono stando bene attenti ad evitare i vari Albano, Tatangelo (ma a chi era dedicata la sua canzone/epiteto?!) e Patty Pravo (ok, è un mito della musica italiana, ma ormai non riesce a beccare una nota che sia una!)...
Ed ecco allora che spunta un barlume di speranza quando sul palco salgono i La Crus, riunitisi per l'occasione, con il pezzo "Io confesso". Un misto di vintage italiano, un po' Luigi Tenco e un po' Don Backy, che nel finale si incrocia con atmosfere alla Morricone grazie alla bellissima voce della soprano Susanna Rigacci. Molto particolare, sicuramente in odore di premio della critica. Da riascoltare.
Premio della critica che di sicuro sarà conteso anche dal professore della musica italiana, Roberto Vecchioni, quest'anno concessosi eccezionalmente al Festival, con "Chiamami ancora amore". Canzone che, a dispetto del nome, ha un testo impegnato, molto profondo che il cantautore ha magistralmente interpretato con grande intensità.
Tra le cose da salvare sicuramente poi anche il duo Madonia-Battiato, con "L'alieno", pezzo interessante che però per la verità, ha un po' deluso. Per due motivi: il primo è che il maestro compare troppo poco, solo nel finale (ma quando lo fa, la canzone si trasforma in capolavoro!); il secondo invece è che in realtà... il brano è del 1981! Potremmo chiamarlo omaggio/plagio da parte di Luca Madonia che ne è l'autore, ma a riascoltarlo bene questo "Alieno" è quasi spiccicato a due vecchi pezzi dello stesso Battiato, "Sentimento Nuevo" e "Segnali di vita"... Apprezziamo comunque l'impegno.
Ed ecco qui... per noi il 61° Festival di Sanremo potrebbe finire qui. E' solo per dovere di cronaca che citiamo gli altri cantanti in gara...
Giusy Ferreri che stonando un po' (forse emozionata per essere la prima a cantare), con la sua tipica voce nasale intepreta un brano comunque discreto ("Il mare immenso").
I Modà con Emma Marrone che scimmiottando i Negramaro (dei quali i Modà sono sempre stati dei cloni mal riusciti), si presentano con "Arriverà", pezzo comunque molto radiofonico.
Anna Oxa che con "La mia anima d'uomo" pensava forse di partecipare al festival della canzone albanese (con tutto il rispetto): alzi la mano chi ha capito qualcosa di quello che diceva o gridava. Giusta a nostro avviso la sua momentanea eliminazione.
Nathalie, la Tori Amos nostrana, che purtroppo delude: la sua "Vivo sospesa" non rispetta le aspettative... peccato aver sprecato per XFactor il primo suo bellissimo inedito "In punta di piedi".
Il solito simpaticissimo Max Pezzali, che indossando una improbabile giacca, canta cambiando rigorosamente, come d'abitudine, gli accenti di tutte le parole del testo: "Il mio secondo tempo" è una canzoncina carina in pieno stile 883, nulla di più.
Davide Van De Sfroos non pervenuto. Non ci risulta che il dialetto comasco sia italiano... anche se comunque era sempre più comprensibile della lingua di Anna Oxa!
Stendiamo un velo pietoso infine, sul solito Albano con un pezzo impegnato ma cantato alla solita maniera (non ci si aspettava altro da lui, che canta solo per il suo pubblico), su Tricarico che ha rovinato un brano che cantato da chiunque altro sarebbe risultato molto più godibile, su Patty Pravo che come detto, ha stonato dalla prima all'ultima nota, e su Luca Barbarossa con Raquel del Rosario con un pezzo davvero insignificante.
Ed infine stendiamo un immenso velo pietoso anche sul "Bastardo" della Tatangelo, alla quale auguriamo dal più profondo del cuore, per il suo bene, un divorzio artistico dal suo attuale compagno di vita. Può solo migliorare...
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E' inutile ogni anno aspettarsi qualcosa di più, un pezzo di qualità, una musica mai sentita... niente purtroppo, solo la solita solfa trita e ritrita!
Per vedere qualcosa di buono dobbiamo proprio sforzarci, lasciare da parte le "Insolite Note" delle quali spesso ci occupiamo e provare a scovare qualcosa di buono stando bene attenti ad evitare i vari Albano, Tatangelo (ma a chi era dedicata la sua canzone/epiteto?!) e Patty Pravo (ok, è un mito della musica italiana, ma ormai non riesce a beccare una nota che sia una!)...
Ed ecco allora che spunta un barlume di speranza quando sul palco salgono i La Crus, riunitisi per l'occasione, con il pezzo "Io confesso". Un misto di vintage italiano, un po' Luigi Tenco e un po' Don Backy, che nel finale si incrocia con atmosfere alla Morricone grazie alla bellissima voce della soprano Susanna Rigacci. Molto particolare, sicuramente in odore di premio della critica. Da riascoltare.
Premio della critica che di sicuro sarà conteso anche dal professore della musica italiana, Roberto Vecchioni, quest'anno concessosi eccezionalmente al Festival, con "Chiamami ancora amore". Canzone che, a dispetto del nome, ha un testo impegnato, molto profondo che il cantautore ha magistralmente interpretato con grande intensità.
Tra le cose da salvare sicuramente poi anche il duo Madonia-Battiato, con "L'alieno", pezzo interessante che però per la verità, ha un po' deluso. Per due motivi: il primo è che il maestro compare troppo poco, solo nel finale (ma quando lo fa, la canzone si trasforma in capolavoro!); il secondo invece è che in realtà... il brano è del 1981! Potremmo chiamarlo omaggio/plagio da parte di Luca Madonia che ne è l'autore, ma a riascoltarlo bene questo "Alieno" è quasi spiccicato a due vecchi pezzi dello stesso Battiato, "Sentimento Nuevo" e "Segnali di vita"... Apprezziamo comunque l'impegno.
Ed ecco qui... per noi il 61° Festival di Sanremo potrebbe finire qui. E' solo per dovere di cronaca che citiamo gli altri cantanti in gara...
Giusy Ferreri che stonando un po' (forse emozionata per essere la prima a cantare), con la sua tipica voce nasale intepreta un brano comunque discreto ("Il mare immenso").
I Modà con Emma Marrone che scimmiottando i Negramaro (dei quali i Modà sono sempre stati dei cloni mal riusciti), si presentano con "Arriverà", pezzo comunque molto radiofonico.
Anna Oxa che con "La mia anima d'uomo" pensava forse di partecipare al festival della canzone albanese (con tutto il rispetto): alzi la mano chi ha capito qualcosa di quello che diceva o gridava. Giusta a nostro avviso la sua momentanea eliminazione.
Nathalie, la Tori Amos nostrana, che purtroppo delude: la sua "Vivo sospesa" non rispetta le aspettative... peccato aver sprecato per XFactor il primo suo bellissimo inedito "In punta di piedi".
Il solito simpaticissimo Max Pezzali, che indossando una improbabile giacca, canta cambiando rigorosamente, come d'abitudine, gli accenti di tutte le parole del testo: "Il mio secondo tempo" è una canzoncina carina in pieno stile 883, nulla di più.
Davide Van De Sfroos non pervenuto. Non ci risulta che il dialetto comasco sia italiano... anche se comunque era sempre più comprensibile della lingua di Anna Oxa!
Stendiamo un velo pietoso infine, sul solito Albano con un pezzo impegnato ma cantato alla solita maniera (non ci si aspettava altro da lui, che canta solo per il suo pubblico), su Tricarico che ha rovinato un brano che cantato da chiunque altro sarebbe risultato molto più godibile, su Patty Pravo che come detto, ha stonato dalla prima all'ultima nota, e su Luca Barbarossa con Raquel del Rosario con un pezzo davvero insignificante.
Ed infine stendiamo un immenso velo pietoso anche sul "Bastardo" della Tatangelo, alla quale auguriamo dal più profondo del cuore, per il suo bene, un divorzio artistico dal suo attuale compagno di vita. Può solo migliorare...
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