Ovvio, non vi parleremo dei Ninja, ma di una band della quale vogliamo prima di tutto segnalarvi un componente leggermente fuori dagli schemi, che ci rende di colpo l'intero gruppo molto più simpatico: guardate la foto qui a destra ed indovinate a chi ci riferiamo! :)
Contemporanei ai Beatles (con i quali condivisero anche l'anno di scioglimento, il 1970), i Turtles aderirono pienamente agli usi e costumi di molte band anni '60, scegliendo il nome tra la fauna più comune... le Tartarughe appunto.
Vale la pena ricordare almeno un paio di loro pezzi che lentamente ma inesorabilmente sono entrati a far parte della memoria musicale collettiva...
Il primo successo fu "Happy Together" con cui, nel 1967, riuscirono nell'impresa di raggiungere il primo posto delle classifiche americane scalzando addirittura proprio i Beatles con la loro "Penny Lane".
Happy Together - The Turtles
Per quanto riguarda invece la seconda canzone, "Elenore", gli italiani (come al solito "privilegiati") furono costretti ad apprezzarne inanzitutto (ma potremmo dire esclusivamente) la versione italiana, con testo scritto da Franco Migliacci, portata al successo da Gianni Morandi.
Stiamo parlando ovviamente di "Scende la pioggia", con cui il "ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones" vinse appunto Canzonissima nel 1968.
Sta a voi ora giudicare quale sia tra le due, la versione migliore... noi non abbiamo dubbi: quella di Gianni Morandi! :)
Elenore - The Turtles
Scende la Pioggia - Gianni Morandi
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mercoledì 4 maggio 2011
venerdì 11 marzo 2011
Insolito Live... George Harrison
In questo nuovo piccolo spazio del blog andremo a rivedere quei concerti che hanno segnato per sempre la storia della musica, quei grandi eventi del tutto "insoliti" appunto, che in un modo o nell'altro hanno contribuito a rendere immortali proprio gli stessi grandi interpreti che ne furono protagonisti.
Iniziamo allora prendendo in esame uno dei primi storici live ad avere una risonanza mondiale: il Concerto per il Bangladesh.
Fu realizzato a scopo benefico dal grande chitarrista dei mitici Fab Four, George Harrison, e si tenne al Madison Square Garden di New York, il 1° Agosto del 1971.
Harrison, reduce dallo scioglimento dei Beatles avvenuto ufficialmente l'anno prima, accolse l'invito del suo amico indiano, eccezionale genio del sitar, Ravi Shankar che lo mise al corrente dei gravi problemi che affliggevano le popolazioni di quelle terre.
Organizzò dunque questo memorabile evento chiamando a raccolta altri nomi illustri del Rock internazionale, tra cui Ringo Starr, Leon Russel, Billy Preston, Bob Dylan ed Eric Clapton.
L'esibizione di quest'ultimo in particolare, in coppia con lo stesso Harrison, è quella che vi proponiamo nel video di oggi, perché di sicuro costituì la perla di tutto il concerto.
La canzone che venne eseguita fu la splendida "While My Guitar Gently Weeps", uno dei più bei pezzi dei Beatles, scritta proprio da George Harrison e inclusa nel mitico "White Album".
Mentre Ringo Starr li accompagnò alla batteria, risultò naturale che ad eseguire l'assolo del pezzo dovesse essere proprio Clapton, in quanto già nella versione originale del disco, proprio lo stesso Slowhand era stato chiamato a fare il medesimo lavoro.
E nonostante fosse alquanto provato dal grande abuso di droghe che proprio in quegli anni gli causarono gravi problemi, lo spettacolo fu comunque leggendario!
While My Guitar Gently Weeps - Concerto per il Bangladesh (1971)
George Harrison ed Eric Clapton furono molto amici anche nella vita (arrivando persino a "dividersi" la moglie, Pattie Boyd, che dopo otto anni di matrimonio con il chitarrista dei Beatles, nel '74 lo lasciò proprio per il suo amico!).
Ed anche quando purtroppo Harrison morì per un tumore al cervello il 29 novembre del 2001, fu proprio Clapton a voler organizzare (e a dirigere artisticamente) un concerto in sua memoria, ad un anno esatto dalla sua morte.
E fu naturalmente anche questo, uno show memorabile, tenutosi al Royal Albert Hall di Londra, al quale presero parte tra gli altri, gli stessi Beatles superstiti, Paul McCartney e Ringo Starr, oltre che Billy Preston ed il figlio di George Harrison, Dhani (davvero impressionante tra l'altro la sua somiglianza col padre!).
Non possiamo fare a meno di proporvi quindi, almeno un paio di pezzi estratti da questo straordinario live: in particolare una bellissima versione di "Something" (altro capolavoro dei Beatles scritto da George Harrison) con la parte iniziale suonata con l'ukulele, e di nuovo la commovente e sempre splendida "While My Guitar Gently Weeps", impreziosite questa volta anche dalla presenza di un grande Paul McCartney...
Something - Concert for George (2002)
While My Guitar Gently Weeps - Concert for George (2002)
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Iniziamo allora prendendo in esame uno dei primi storici live ad avere una risonanza mondiale: il Concerto per il Bangladesh.
Fu realizzato a scopo benefico dal grande chitarrista dei mitici Fab Four, George Harrison, e si tenne al Madison Square Garden di New York, il 1° Agosto del 1971.
Harrison, reduce dallo scioglimento dei Beatles avvenuto ufficialmente l'anno prima, accolse l'invito del suo amico indiano, eccezionale genio del sitar, Ravi Shankar che lo mise al corrente dei gravi problemi che affliggevano le popolazioni di quelle terre.
Organizzò dunque questo memorabile evento chiamando a raccolta altri nomi illustri del Rock internazionale, tra cui Ringo Starr, Leon Russel, Billy Preston, Bob Dylan ed Eric Clapton.
L'esibizione di quest'ultimo in particolare, in coppia con lo stesso Harrison, è quella che vi proponiamo nel video di oggi, perché di sicuro costituì la perla di tutto il concerto.
La canzone che venne eseguita fu la splendida "While My Guitar Gently Weeps", uno dei più bei pezzi dei Beatles, scritta proprio da George Harrison e inclusa nel mitico "White Album".
Mentre Ringo Starr li accompagnò alla batteria, risultò naturale che ad eseguire l'assolo del pezzo dovesse essere proprio Clapton, in quanto già nella versione originale del disco, proprio lo stesso Slowhand era stato chiamato a fare il medesimo lavoro.
E nonostante fosse alquanto provato dal grande abuso di droghe che proprio in quegli anni gli causarono gravi problemi, lo spettacolo fu comunque leggendario!
While My Guitar Gently Weeps - Concerto per il Bangladesh (1971)
George Harrison ed Eric Clapton furono molto amici anche nella vita (arrivando persino a "dividersi" la moglie, Pattie Boyd, che dopo otto anni di matrimonio con il chitarrista dei Beatles, nel '74 lo lasciò proprio per il suo amico!).
Ed anche quando purtroppo Harrison morì per un tumore al cervello il 29 novembre del 2001, fu proprio Clapton a voler organizzare (e a dirigere artisticamente) un concerto in sua memoria, ad un anno esatto dalla sua morte.
E fu naturalmente anche questo, uno show memorabile, tenutosi al Royal Albert Hall di Londra, al quale presero parte tra gli altri, gli stessi Beatles superstiti, Paul McCartney e Ringo Starr, oltre che Billy Preston ed il figlio di George Harrison, Dhani (davvero impressionante tra l'altro la sua somiglianza col padre!).
Non possiamo fare a meno di proporvi quindi, almeno un paio di pezzi estratti da questo straordinario live: in particolare una bellissima versione di "Something" (altro capolavoro dei Beatles scritto da George Harrison) con la parte iniziale suonata con l'ukulele, e di nuovo la commovente e sempre splendida "While My Guitar Gently Weeps", impreziosite questa volta anche dalla presenza di un grande Paul McCartney...
Something - Concert for George (2002)
While My Guitar Gently Weeps - Concert for George (2002)
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giovedì 3 marzo 2011
La Maledizione dell'Ariston
...E per la serie Questo matrimonio non s'ha da fare... anche quest'anno il palco dell'Ariston non ha "potuto" ospitare la performance del Pirata Morgan! Sembra quasi che si tratti di due forze opposte che non riusciranno mai, per un motivo o per l'altro, a congiungersi beatamente... Niente da fare! Infatti dopo l'esclusione all'ultimo momento dell'anno scorso, quando i dirigenti della Rai pensarono bene di fare a meno dell'ex leader dei Bluvertigo, a causa dell'ormai nota intervista rilasciata da quest'ultimo, anche nell'ultima edizione il mitico Pirata non è approdato a Sanremo, nella serata dedicata ai duetti, a causa della prematura eliminazione della "compagna", la bionda Patty Pravo, che aveva preannunciato lo scoppiettante duetto, nel caso di passaggio del turno. E invece il nulla! Ad onor del vero, però, occorre ringraziare proprio la signorina Strambelli, principale artefice della sua stessa eliminazione, già la prima serata del Festival..... La bionda Patty infatti, ha deciso di presentarsi all'Ariston proponendo una lingua tutta sua... Una serie di neologismi di difficile, pardon, incomprensibile decifrazione... E, cosa ancora più grave, nè il pubblico in sala nè quello da casa era stato fornito di un apposito libretto per l'interpretazione del testo, stile opera nei teatri! Che la colpa sia da imputare all'esubero di silicone di cui la Pravo ormai è una fedelissima, lo si sapeva già... Ma il dubbio è se quest'ultimo, appunto, oltre che intervenire sui muscoli facciali dell'ex ragazza del Piper, non stia pian piano traslocando addirittura sulle stesse gengive della Strambelli nazionale, inducendoci a premettere, nostro malgrado, l'appellativo di Ex al sostantivo cantante!
Troppo cattivi? Forse... Magari è anche il dispiacere per non aver assistito a quel duetto che già pregustavamo con abbondante dose di acquolina!
Peccato, peccato davvero! Menomale che a volte le radio fanno anche del bene, e difatti in questi giorni il duo Pravo-Morgan viene proposto e riproposto, permettendoci di assaporare, anche se con ritardo, quello che di buono ci hanno "sottratto" nella settimana sanremese!
Forza Morgan allora... E diciamolo pure, il Pirata col ciuffo ha dato tanto, tanto in più a questo pezzo, Il vento e le rose, rispetto alla versione originale della sola Patty... Canzone resa più piacevole anche per il fatto che l'arrangiamento proposto in radio ha reso comprensibili, finalmente, le parole di Patty...
Godiamocelo allora, questo tanto agognato Duetto, ora, subito, on air, su Insolite Note per voi...
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Troppo cattivi? Forse... Magari è anche il dispiacere per non aver assistito a quel duetto che già pregustavamo con abbondante dose di acquolina!
Peccato, peccato davvero! Menomale che a volte le radio fanno anche del bene, e difatti in questi giorni il duo Pravo-Morgan viene proposto e riproposto, permettendoci di assaporare, anche se con ritardo, quello che di buono ci hanno "sottratto" nella settimana sanremese!
Forza Morgan allora... E diciamolo pure, il Pirata col ciuffo ha dato tanto, tanto in più a questo pezzo, Il vento e le rose, rispetto alla versione originale della sola Patty... Canzone resa più piacevole anche per il fatto che l'arrangiamento proposto in radio ha reso comprensibili, finalmente, le parole di Patty...
Godiamocelo allora, questo tanto agognato Duetto, ora, subito, on air, su Insolite Note per voi...
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sabato 26 febbraio 2011
Sanremo International... Peter Gabriel
'Ancora Sanremo?!? Ma è già passato da una settimana!!'...
Certo si, potevamo stare tranquilli almeno per un anno, ma noi non siamo ancora riusciti a disintossicarci e proseguiamo quindi imperterriti con la nostra piccola rubrica, andando a rivedere quelli che a nostro parere sono i momenti migliori del Festival, ossia i grandi ospiti stranieri.
Ritorniamo per questo al 1983, edizione da dimenticare per la vincitrice, che fu Tiziana Rivale con la sua "Sarà quel che sarà", ma assolutamente da ricordare per il quarto posto dei Matia Bazar, che si presentarono con il loro capolavoro "Vacanze romane"...
Il momento topico di tutto il Festival fu però a nostro avviso l'esibizione di un grande della musica contemporanea: Peter Gabriel.
Il fondatore dei mitici Genesis (una delle band Rock Progressive più importanti del mondo), dai quali però aveva ormai divorziato sin dal 1975, era arrivato alla pubblicazione del suo quarto album da solista, senza nome come i tre precedenti (si è soliti infatti chiamarli solo I, II, III e IV), ma conosciuto dai fan anche con il titolo di "Security".
Famoso per i suoi show molto teatrali in cui spesso usava travestirsi da vari personaggi "fantastici" di sua invenzione, anche per l'esibizione di Sanremo seppe stupire i suoi spettatori...
Il pezzo "cantato" in playback per l'occasione, fu la super hit "Shock The Monkey", bellissima canzone che descrive le ansie derivate dalla gelosia, attraveso l'immagine di una scimmia (vi proponiamo tra l'altro, anche lo splendido videoclip originale).
E le coreografie proposte a Sanremo riprendevano appunto la figura di un primate, del quale lo stesso Gabriel era truccato e del quale imitava le movenze...
Grandissimo show, con inaspettata super sorpresa finale (molto celebre), che però non vogliamo svelare per i pochi che ancora non hanno mai avuto il piacere di vederla... Ma che botta!!! Shock!!!
Sanremo 1983 - Shock The Monckey
Shock The Monkey - Video ufficiale
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Certo si, potevamo stare tranquilli almeno per un anno, ma noi non siamo ancora riusciti a disintossicarci e proseguiamo quindi imperterriti con la nostra piccola rubrica, andando a rivedere quelli che a nostro parere sono i momenti migliori del Festival, ossia i grandi ospiti stranieri.
Ritorniamo per questo al 1983, edizione da dimenticare per la vincitrice, che fu Tiziana Rivale con la sua "Sarà quel che sarà", ma assolutamente da ricordare per il quarto posto dei Matia Bazar, che si presentarono con il loro capolavoro "Vacanze romane"...
Il momento topico di tutto il Festival fu però a nostro avviso l'esibizione di un grande della musica contemporanea: Peter Gabriel.
Il fondatore dei mitici Genesis (una delle band Rock Progressive più importanti del mondo), dai quali però aveva ormai divorziato sin dal 1975, era arrivato alla pubblicazione del suo quarto album da solista, senza nome come i tre precedenti (si è soliti infatti chiamarli solo I, II, III e IV), ma conosciuto dai fan anche con il titolo di "Security".
Famoso per i suoi show molto teatrali in cui spesso usava travestirsi da vari personaggi "fantastici" di sua invenzione, anche per l'esibizione di Sanremo seppe stupire i suoi spettatori...
Il pezzo "cantato" in playback per l'occasione, fu la super hit "Shock The Monkey", bellissima canzone che descrive le ansie derivate dalla gelosia, attraveso l'immagine di una scimmia (vi proponiamo tra l'altro, anche lo splendido videoclip originale).
E le coreografie proposte a Sanremo riprendevano appunto la figura di un primate, del quale lo stesso Gabriel era truccato e del quale imitava le movenze...
Grandissimo show, con inaspettata super sorpresa finale (molto celebre), che però non vogliamo svelare per i pochi che ancora non hanno mai avuto il piacere di vederla... Ma che botta!!! Shock!!!
Sanremo 1983 - Shock The Monckey
Shock The Monkey - Video ufficiale
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lunedì 21 febbraio 2011
Sanremo International... Queen
Anche il 61° Festival di Sanremo ha chiuso i battenti e quest'anno, finalmente, possiamo affermare con forza: 'onore al vincitore'! Non succede spesso infatti che a trionfare siano un pezzo ed un cantante di queste qualità: Roberto Vecchioni meritava davvero e abbiamo tutte le ragioni per essere contenti di questo risultato.
Se proprio vogliamo però trovare un neo in questa edizione (oltre alla conduzione pressoché disastrosa), non possiamo non notare come quest'anno siano mancati i grandi nomi della musica internazionale (dando per scontato che i Take That e Avril Lavigne proprio non facciano parte di questa categoria).
Potremmo certo dire che essendo il Festival della musica italiana, questo sia sicuramente un "difetto" secondario, ma per noi "esterofili" (non per principio, ma per gusto) il fatto è abbastanza rilevante.
Nella sua storia infatti, Sanremo ha sempre avuto dei grandi ospiti stranieri e con questa nostra piccola rubrica vogliamo ricordarne qualcuno.
E' d'obbligo allora iniziare con il gruppo preferito da chi vi scrive, ossia una delle band britanniche più influenti della storia del rock: i Queen!
Sbarcarono eccezionalmente al Festival nel 1984, per promuovere l'uscita del loro album "The Works" e l'imminente tour che avrebbe toccato l'Italia per la prima ed unica volta nella storia (con Freddie Mercury), anche se solo per due date a Milano, nel settembre dello stesso anno.
Il pezzo presentato per ben due serate consecutive, fu "Radio Ga Ga", celebre brano scritto dal batterista Roger Taylor, che raggiunse la vetta di tutte le classifiche mondiali e che costituì poi una delle colonne portanti dei concerti che seguirono, con il caratteristico battimani del pubblico (indimenticabile a Wembley per il Live Aid, l'anno seguente).
Anche in quel caso però, noi italiani non mancammo di farci riconoscere, imponendo ad una delle band live migliori del mondo (se non la migliore in assoluto)... di suonare in playback!
Cosa normalissima per il Sanremo degli anni '80, ma davvero eccezioale per i Queen, che raramente lo avevano fatto e che non accettarono per nulla di buon grado la situazione, dimostrando platealmente il loro dissenso durante l'esibizione.
Soprattutto Mercury, che infatti nel cantare, spesso mancava di allineare il microfono alla bocca, facendo appunto notare che la performance non era live.
Purtroppo anche per questi 'reperti' che vi proponiamo, la qualità delle immagini non è il massimo e addirittura per la prima serata abbiamo a disposizione solo un minuto.
Ma certamente vale la pena rivedere questi miti del Rock esibirsi su un palco davvero troppo piccolo, anche solo con un playback, sbeffeggiando il solito pubblico immobile dell'Ariston (che per fortuna non viene inquadrato), con lancio di giacca e di fiori nel finale, da parte di un grandissimo ed indimenticabile Freddie Mercury...
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Prima serata)
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Seconda serata)
E non poteva mancare la conferenza stampa...
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Se proprio vogliamo però trovare un neo in questa edizione (oltre alla conduzione pressoché disastrosa), non possiamo non notare come quest'anno siano mancati i grandi nomi della musica internazionale (dando per scontato che i Take That e Avril Lavigne proprio non facciano parte di questa categoria).
Potremmo certo dire che essendo il Festival della musica italiana, questo sia sicuramente un "difetto" secondario, ma per noi "esterofili" (non per principio, ma per gusto) il fatto è abbastanza rilevante.
Nella sua storia infatti, Sanremo ha sempre avuto dei grandi ospiti stranieri e con questa nostra piccola rubrica vogliamo ricordarne qualcuno.
E' d'obbligo allora iniziare con il gruppo preferito da chi vi scrive, ossia una delle band britanniche più influenti della storia del rock: i Queen!
Sbarcarono eccezionalmente al Festival nel 1984, per promuovere l'uscita del loro album "The Works" e l'imminente tour che avrebbe toccato l'Italia per la prima ed unica volta nella storia (con Freddie Mercury), anche se solo per due date a Milano, nel settembre dello stesso anno.
Il pezzo presentato per ben due serate consecutive, fu "Radio Ga Ga", celebre brano scritto dal batterista Roger Taylor, che raggiunse la vetta di tutte le classifiche mondiali e che costituì poi una delle colonne portanti dei concerti che seguirono, con il caratteristico battimani del pubblico (indimenticabile a Wembley per il Live Aid, l'anno seguente).
Anche in quel caso però, noi italiani non mancammo di farci riconoscere, imponendo ad una delle band live migliori del mondo (se non la migliore in assoluto)... di suonare in playback!
Cosa normalissima per il Sanremo degli anni '80, ma davvero eccezioale per i Queen, che raramente lo avevano fatto e che non accettarono per nulla di buon grado la situazione, dimostrando platealmente il loro dissenso durante l'esibizione.
Soprattutto Mercury, che infatti nel cantare, spesso mancava di allineare il microfono alla bocca, facendo appunto notare che la performance non era live.
Purtroppo anche per questi 'reperti' che vi proponiamo, la qualità delle immagini non è il massimo e addirittura per la prima serata abbiamo a disposizione solo un minuto.
Ma certamente vale la pena rivedere questi miti del Rock esibirsi su un palco davvero troppo piccolo, anche solo con un playback, sbeffeggiando il solito pubblico immobile dell'Ariston (che per fortuna non viene inquadrato), con lancio di giacca e di fiori nel finale, da parte di un grandissimo ed indimenticabile Freddie Mercury...
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Prima serata)
Sanremo 1984 - Radio Ga Ga (Seconda serata)
E non poteva mancare la conferenza stampa...
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venerdì 18 febbraio 2011
Sanremo Story... Gli Stadio
Chiudiamo con questo post, la rubrica dedicata alla riscoperta dei brani che hanno consentito di sporcare la "fedina musicale" di alcuni grandi artisti italiani. Abbiamo visto l'esordio di Zucchero, Ruggeri, Oxa e della indimenticata Mia Martini. Oggi presentiamo l'esordio festivaliero di un gruppo che registra non molte presenze (quattro) sul palco dell'Ariston, con mediocri fortune: gli Stadio. Due ultimi posti, un quinto e un tredicesimo posto. Ma come ben sappiamo, i piazzamenti sanremesi valgono meno di un diploma di maturità.
Curreri & C. rappresentano un gruppo che ha segnato la scena musicale italiana dal 1977 fino ad oggi, con vari cambiamenti all'interno della formazione nel corso degli anni. Attualmente, infatti, del gruppo originario troviamo solo Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli (batteria), ai quali si sono aggiunti poi Andrea Fornili (chitarra) e Roberto Drovandi (basso).
Reduci dal successo di "Acqua e Sapone", il loro debutto al Festival avvenne nel 1984, e fu "festeggiato" da un ultimo posto, che si trasformò, successivamente, in un colpo di fortuna.
"Dove si va, a far l'amore dove si va..." è il ritornello della canzone in questione, "Allo stadio", che tutti abbiamo cantato o solo ascoltato. Il brano fu scritto da Curreri e Luca Carboni e faceva parte dell'album "La faccia delle donne". Il connubio tra i due artisti emiliani continuò anche al Festival del 1986 con "Canzoni alla radio" che, come nella precedente partecipazione, si classificò all'ultimo posto.
Per chi ha poca memoria, o per chi ha orecchie ma non vuol sentire, lo riproponiamo con un video pescato dal nostro umile archivio, magari alzando il volume e sovrastando le note dei brani che stiamo ascoltando al Festival 2011 in questi giorni.
Curreri & C. rappresentano un gruppo che ha segnato la scena musicale italiana dal 1977 fino ad oggi, con vari cambiamenti all'interno della formazione nel corso degli anni. Attualmente, infatti, del gruppo originario troviamo solo Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli (batteria), ai quali si sono aggiunti poi Andrea Fornili (chitarra) e Roberto Drovandi (basso).
Reduci dal successo di "Acqua e Sapone", il loro debutto al Festival avvenne nel 1984, e fu "festeggiato" da un ultimo posto, che si trasformò, successivamente, in un colpo di fortuna.
"Dove si va, a far l'amore dove si va..." è il ritornello della canzone in questione, "Allo stadio", che tutti abbiamo cantato o solo ascoltato. Il brano fu scritto da Curreri e Luca Carboni e faceva parte dell'album "La faccia delle donne". Il connubio tra i due artisti emiliani continuò anche al Festival del 1986 con "Canzoni alla radio" che, come nella precedente partecipazione, si classificò all'ultimo posto.
Per chi ha poca memoria, o per chi ha orecchie ma non vuol sentire, lo riproponiamo con un video pescato dal nostro umile archivio, magari alzando il volume e sovrastando le note dei brani che stiamo ascoltando al Festival 2011 in questi giorni.
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giovedì 17 febbraio 2011
Sanremo Story... Mia Martini
Se l'attuale Sanremo non ci da per ora molti spunti su cui discutere, ci rifugiamo come al solito nel passato, nella storia della musica ed in questo caso proprio nella storia del Festival.
Proseguiamo infatti nella nostra ricerca e riportiamo alla luce un altro esordio: quello della grande ed indimenticabile Mia Martini.
In questo caso non si tratta di un debutto nel mondo della musica in generale, in quanto Domenica Berté, al secolo Mia Martini, cominciò la sua carriera artistica ben 19 anni prima, nel 1963.
Pezzi come "Piccolo Uomo" nel '72 e "Minuetto" nel '73, l'avevano già consacrata come grande interprete della musica italiana, quando nel 1982, dopo diverse occasioni mancate, arriva il pezzo giusto per Sanremo.
La canzone in questione era la bellissima "E non finisce mica il cielo" scritta da Ivano Fossati.
E questo tra l'altro fu l'ultimo pezzo che Fossati compose per lei, poco prima che finisse la loro tormentata storia d'amore.
La particolare bellezza di questo brano fece accadere quello che nella storia di Sanremo non era mai accaduto.
Infatti, nonostante la canzone non si fosse piazzata tra le prime tre, venne istituito proprio per rendere omaggio all'artista e al suo bellissimo pezzo, il Premio della Critica, scaturito dai voti assegnati dai giornalisti musicali accreditati al Festival.
Questo premio, che negli anni ha assunto una particolare importanza, dopo la tragica scomparsa di Mia Martini, avvenuta nel 1995, fu a lei intitolato.
Consegna del Premio della Critica a Mia Martini, durante la trasmissione "Domenica In"
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Proseguiamo infatti nella nostra ricerca e riportiamo alla luce un altro esordio: quello della grande ed indimenticabile Mia Martini.
In questo caso non si tratta di un debutto nel mondo della musica in generale, in quanto Domenica Berté, al secolo Mia Martini, cominciò la sua carriera artistica ben 19 anni prima, nel 1963.
Pezzi come "Piccolo Uomo" nel '72 e "Minuetto" nel '73, l'avevano già consacrata come grande interprete della musica italiana, quando nel 1982, dopo diverse occasioni mancate, arriva il pezzo giusto per Sanremo.
La canzone in questione era la bellissima "E non finisce mica il cielo" scritta da Ivano Fossati.
E questo tra l'altro fu l'ultimo pezzo che Fossati compose per lei, poco prima che finisse la loro tormentata storia d'amore.
La particolare bellezza di questo brano fece accadere quello che nella storia di Sanremo non era mai accaduto.
Infatti, nonostante la canzone non si fosse piazzata tra le prime tre, venne istituito proprio per rendere omaggio all'artista e al suo bellissimo pezzo, il Premio della Critica, scaturito dai voti assegnati dai giornalisti musicali accreditati al Festival.
Questo premio, che negli anni ha assunto una particolare importanza, dopo la tragica scomparsa di Mia Martini, avvenuta nel 1995, fu a lei intitolato.
Consegna del Premio della Critica a Mia Martini, durante la trasmissione "Domenica In"
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mercoledì 16 febbraio 2011
Sanremo 2011...Il solito Festival?
Dopo aver visto la prima serata e tralasciando la conduzione comunque sobria di Morandi e soci, dal punto di vista musicale, la risposta a questa domanda secondo noi è "sì, si tratta del solito Festival!".
E' inutile ogni anno aspettarsi qualcosa di più, un pezzo di qualità, una musica mai sentita... niente purtroppo, solo la solita solfa trita e ritrita!
Per vedere qualcosa di buono dobbiamo proprio sforzarci, lasciare da parte le "Insolite Note" delle quali spesso ci occupiamo e provare a scovare qualcosa di buono stando bene attenti ad evitare i vari Albano, Tatangelo (ma a chi era dedicata la sua canzone/epiteto?!) e Patty Pravo (ok, è un mito della musica italiana, ma ormai non riesce a beccare una nota che sia una!)...
Ed ecco allora che spunta un barlume di speranza quando sul palco salgono i La Crus, riunitisi per l'occasione, con il pezzo "Io confesso". Un misto di vintage italiano, un po' Luigi Tenco e un po' Don Backy, che nel finale si incrocia con atmosfere alla Morricone grazie alla bellissima voce della soprano Susanna Rigacci. Molto particolare, sicuramente in odore di premio della critica. Da riascoltare.
Premio della critica che di sicuro sarà conteso anche dal professore della musica italiana, Roberto Vecchioni, quest'anno concessosi eccezionalmente al Festival, con "Chiamami ancora amore". Canzone che, a dispetto del nome, ha un testo impegnato, molto profondo che il cantautore ha magistralmente interpretato con grande intensità.
Tra le cose da salvare sicuramente poi anche il duo Madonia-Battiato, con "L'alieno", pezzo interessante che però per la verità, ha un po' deluso. Per due motivi: il primo è che il maestro compare troppo poco, solo nel finale (ma quando lo fa, la canzone si trasforma in capolavoro!); il secondo invece è che in realtà... il brano è del 1981! Potremmo chiamarlo omaggio/plagio da parte di Luca Madonia che ne è l'autore, ma a riascoltarlo bene questo "Alieno" è quasi spiccicato a due vecchi pezzi dello stesso Battiato, "Sentimento Nuevo" e "Segnali di vita"... Apprezziamo comunque l'impegno.
Ed ecco qui... per noi il 61° Festival di Sanremo potrebbe finire qui. E' solo per dovere di cronaca che citiamo gli altri cantanti in gara...
Giusy Ferreri che stonando un po' (forse emozionata per essere la prima a cantare), con la sua tipica voce nasale intepreta un brano comunque discreto ("Il mare immenso").
I Modà con Emma Marrone che scimmiottando i Negramaro (dei quali i Modà sono sempre stati dei cloni mal riusciti), si presentano con "Arriverà", pezzo comunque molto radiofonico.
Anna Oxa che con "La mia anima d'uomo" pensava forse di partecipare al festival della canzone albanese (con tutto il rispetto): alzi la mano chi ha capito qualcosa di quello che diceva o gridava. Giusta a nostro avviso la sua momentanea eliminazione.
Nathalie, la Tori Amos nostrana, che purtroppo delude: la sua "Vivo sospesa" non rispetta le aspettative... peccato aver sprecato per XFactor il primo suo bellissimo inedito "In punta di piedi".
Il solito simpaticissimo Max Pezzali, che indossando una improbabile giacca, canta cambiando rigorosamente, come d'abitudine, gli accenti di tutte le parole del testo: "Il mio secondo tempo" è una canzoncina carina in pieno stile 883, nulla di più.
Davide Van De Sfroos non pervenuto. Non ci risulta che il dialetto comasco sia italiano... anche se comunque era sempre più comprensibile della lingua di Anna Oxa!
Stendiamo un velo pietoso infine, sul solito Albano con un pezzo impegnato ma cantato alla solita maniera (non ci si aspettava altro da lui, che canta solo per il suo pubblico), su Tricarico che ha rovinato un brano che cantato da chiunque altro sarebbe risultato molto più godibile, su Patty Pravo che come detto, ha stonato dalla prima all'ultima nota, e su Luca Barbarossa con Raquel del Rosario con un pezzo davvero insignificante.
Ed infine stendiamo un immenso velo pietoso anche sul "Bastardo" della Tatangelo, alla quale auguriamo dal più profondo del cuore, per il suo bene, un divorzio artistico dal suo attuale compagno di vita. Può solo migliorare...
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E' inutile ogni anno aspettarsi qualcosa di più, un pezzo di qualità, una musica mai sentita... niente purtroppo, solo la solita solfa trita e ritrita!
Per vedere qualcosa di buono dobbiamo proprio sforzarci, lasciare da parte le "Insolite Note" delle quali spesso ci occupiamo e provare a scovare qualcosa di buono stando bene attenti ad evitare i vari Albano, Tatangelo (ma a chi era dedicata la sua canzone/epiteto?!) e Patty Pravo (ok, è un mito della musica italiana, ma ormai non riesce a beccare una nota che sia una!)...
Ed ecco allora che spunta un barlume di speranza quando sul palco salgono i La Crus, riunitisi per l'occasione, con il pezzo "Io confesso". Un misto di vintage italiano, un po' Luigi Tenco e un po' Don Backy, che nel finale si incrocia con atmosfere alla Morricone grazie alla bellissima voce della soprano Susanna Rigacci. Molto particolare, sicuramente in odore di premio della critica. Da riascoltare.
Premio della critica che di sicuro sarà conteso anche dal professore della musica italiana, Roberto Vecchioni, quest'anno concessosi eccezionalmente al Festival, con "Chiamami ancora amore". Canzone che, a dispetto del nome, ha un testo impegnato, molto profondo che il cantautore ha magistralmente interpretato con grande intensità.
Tra le cose da salvare sicuramente poi anche il duo Madonia-Battiato, con "L'alieno", pezzo interessante che però per la verità, ha un po' deluso. Per due motivi: il primo è che il maestro compare troppo poco, solo nel finale (ma quando lo fa, la canzone si trasforma in capolavoro!); il secondo invece è che in realtà... il brano è del 1981! Potremmo chiamarlo omaggio/plagio da parte di Luca Madonia che ne è l'autore, ma a riascoltarlo bene questo "Alieno" è quasi spiccicato a due vecchi pezzi dello stesso Battiato, "Sentimento Nuevo" e "Segnali di vita"... Apprezziamo comunque l'impegno.
Ed ecco qui... per noi il 61° Festival di Sanremo potrebbe finire qui. E' solo per dovere di cronaca che citiamo gli altri cantanti in gara...
Giusy Ferreri che stonando un po' (forse emozionata per essere la prima a cantare), con la sua tipica voce nasale intepreta un brano comunque discreto ("Il mare immenso").
I Modà con Emma Marrone che scimmiottando i Negramaro (dei quali i Modà sono sempre stati dei cloni mal riusciti), si presentano con "Arriverà", pezzo comunque molto radiofonico.
Anna Oxa che con "La mia anima d'uomo" pensava forse di partecipare al festival della canzone albanese (con tutto il rispetto): alzi la mano chi ha capito qualcosa di quello che diceva o gridava. Giusta a nostro avviso la sua momentanea eliminazione.
Nathalie, la Tori Amos nostrana, che purtroppo delude: la sua "Vivo sospesa" non rispetta le aspettative... peccato aver sprecato per XFactor il primo suo bellissimo inedito "In punta di piedi".
Il solito simpaticissimo Max Pezzali, che indossando una improbabile giacca, canta cambiando rigorosamente, come d'abitudine, gli accenti di tutte le parole del testo: "Il mio secondo tempo" è una canzoncina carina in pieno stile 883, nulla di più.
Davide Van De Sfroos non pervenuto. Non ci risulta che il dialetto comasco sia italiano... anche se comunque era sempre più comprensibile della lingua di Anna Oxa!
Stendiamo un velo pietoso infine, sul solito Albano con un pezzo impegnato ma cantato alla solita maniera (non ci si aspettava altro da lui, che canta solo per il suo pubblico), su Tricarico che ha rovinato un brano che cantato da chiunque altro sarebbe risultato molto più godibile, su Patty Pravo che come detto, ha stonato dalla prima all'ultima nota, e su Luca Barbarossa con Raquel del Rosario con un pezzo davvero insignificante.
Ed infine stendiamo un immenso velo pietoso anche sul "Bastardo" della Tatangelo, alla quale auguriamo dal più profondo del cuore, per il suo bene, un divorzio artistico dal suo attuale compagno di vita. Può solo migliorare...
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Sanremo Story... Anna Oxa
Reduce da una fresca eliminazione, forse prevista, al Festival 2011, ricorriamo in appello per una grande artista che ha sempre fatto parlare di sè, sia per la sua musica che per il suo look: Anna Oxa.
Quattordici apparizioni sanremesi costellate da numerosi successi: due primi posti ("Ti lascerò"nel 1989, in coppia con Fausto Leali, e "Senza Pietà" nel 1999) e due secondi posti. E proprio uno di questi secondi posti lo ottenne al suo esordio sanremese, datato 1978, con un brano scritto da Ivano Fossati. Il brano in questione è uno dei suoi cavalli di battaglia: Un'emozione da poco. Non proprio poco, effettivamente...
Quattordici apparizioni sanremesi costellate da numerosi successi: due primi posti ("Ti lascerò"nel 1989, in coppia con Fausto Leali, e "Senza Pietà" nel 1999) e due secondi posti. E proprio uno di questi secondi posti lo ottenne al suo esordio sanremese, datato 1978, con un brano scritto da Ivano Fossati. Il brano in questione è uno dei suoi cavalli di battaglia: Un'emozione da poco. Non proprio poco, effettivamente...
Per gli amanti delle statistiche precisiamo che il Festival di Sanremo del 1978 fu vinto dai Matia Bazar con "E dirsi ciao" e vide piazzarsi al terzo posto "Gianna" del grande Rino Gaetano, che possiamo definire come il miglior terzo posto della storia sanremese.
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martedì 15 febbraio 2011
Sanremo Story... Enrico Ruggeri e i Decibel
A poche ore dall'inizio del 61° Festival di Sanremo, rispolveriamo con la nostra rubrica un altro pezzo di storia di questo celeberrimo conconrso canoro.
Più precisamente andiamo a rivedere gli esordi di un'altro "mostro sacro", nonché affermato autore di alcuni dei più bei pezzi della musica italiana, "giudice" di XFactor e nel tempo libero anche romanziere...
Stiamo parlando ovviamente di Enrico Ruggeri!
Era il 1977 ed il fenomeno Punk irrompeva nella scena musicale mondiale, quando il mitico "Rouge" iniziò seriamente la sua carriera, fondando i Decibel e abbracciando in pieno lo stile musicale di quell'anno.
Il debutto discografico arrivò però nel '78, con l'album "Decibel" (noto anche come "Punk" per via della scritta sulla copertina), che fu purtroppo un completo fallimento dal punto di vista delle vendite.
L'anno della svolta fu il 1980, proprio con il loro esordio al Festival di Sanremo: nell'edizione passata alla storia per la conduzione di Roberto Benigni e per la vittoria di Toto Cutugno(!), la band si presentò con il brano "Contessa", composto da Fulvio Muzio (altro componente del gruppo) che ne scrisse la musica e dallo stesso Enrico Ruggeri per il testo, piazzandosi all'11° posto e risquotendo poi un discreto successo di vendite...
Rivediamo allora in questa divertente esibizione un quasi ventitreenne(!) Ruggeri, accompagnato dai Decibel, interpretare in "duetto" con i suoi mitici occhiali bianchi, la bellissima "Contessa"...
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Più precisamente andiamo a rivedere gli esordi di un'altro "mostro sacro", nonché affermato autore di alcuni dei più bei pezzi della musica italiana, "giudice" di XFactor e nel tempo libero anche romanziere...
Stiamo parlando ovviamente di Enrico Ruggeri!
Era il 1977 ed il fenomeno Punk irrompeva nella scena musicale mondiale, quando il mitico "Rouge" iniziò seriamente la sua carriera, fondando i Decibel e abbracciando in pieno lo stile musicale di quell'anno.
Il debutto discografico arrivò però nel '78, con l'album "Decibel" (noto anche come "Punk" per via della scritta sulla copertina), che fu purtroppo un completo fallimento dal punto di vista delle vendite.
L'anno della svolta fu il 1980, proprio con il loro esordio al Festival di Sanremo: nell'edizione passata alla storia per la conduzione di Roberto Benigni e per la vittoria di Toto Cutugno(!), la band si presentò con il brano "Contessa", composto da Fulvio Muzio (altro componente del gruppo) che ne scrisse la musica e dallo stesso Enrico Ruggeri per il testo, piazzandosi all'11° posto e risquotendo poi un discreto successo di vendite...
Rivediamo allora in questa divertente esibizione un quasi ventitreenne(!) Ruggeri, accompagnato dai Decibel, interpretare in "duetto" con i suoi mitici occhiali bianchi, la bellissima "Contessa"...
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lunedì 14 febbraio 2011
Sanremo Story... Zucchero
Ci siamo divertiti a scovare in questa piccola rubrica, gli esordi di alcuni artisti italiani al Festival di Sanremo...
Iniziamo con quello che ormai è un mito della musica nostrana, nonché una star internazionale, Adelmo Fornaciari, alias Zucchero. La gavetta è stata lunga e faticosa per lui e non sono mancate le difficoltà iniziali... basti pensare che proprio in quel di Sanremo fu costretto a partecipare per ben due volte nella categoria giovani.
L'esordio avvenne nel 1982 con il pezzo "Una notte che vola via", che ebbe un discreto successo e gli permise di giungere in finale... ma non di vincere!
Ci riprovò allora l'anno seguente, sempre nella categoria giovani, con "Nuvola", avendo però sempre lo stesso deludente risultato.
Dopo una pausa di un anno, finalmente arrivò il momento del successo, che per la verità non fu immediato... Nel 1985 infatti Zucchero Fornaciari partecipò ancora a Sanremo, questa volta nella categoria Big con il pezzo che gli darà finalmente la meritata fama: stiamo parlando ovviamente di "Donne", singolo che raggiunse la vetta di tutte le classifiche, ma che, come nella migliore tradizione Sanremese, arrivò penultimo e non fu per niente apprezzato dalla critica...
Rivediamo allora, in un video d'annata dalla qualità purtroppo scadente, l'esordio di un giovanissimo Zucchero quando nel 1982 (ancora ipoglicemico) portò sul palco più famoso d'Italia "Una notte che vola via", pezzo romanticissimo che tra l'altro si addice molto alla giornata di oggi (per chi non lo sapesse è San Valentino!) e con il quale quindi facciamo gli auguri a tutti gli innamorati!
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giovedì 10 febbraio 2011
"I get around" con i Beach Boys...
Osannati dalla critica e ammirati da molti loro illustri colleghi, i Beach Boys furono uno dei gruppi più importanti della storia del Rock... I Beatles ad esempio non fecero mai mistero di essere loro grandi fan e di aver preso spunto per "Sgt. Pepper's" dal loro album di maggior successo "Pet Sounds"...
Tanti furono le hit lanciate da questa band, scritte per la maggior parte dal loro leader Brian Wilson: un genio della musica che, come tanti suoi colleghi dell'epoca, si lasciò travolgere dal successo e... dalle droghe pesanti, che purtroppo col tempo gli causarono gravi problemi psichici e la conseguente uscita dalla band...
Li riascoltiamo qui in un pezzo con il quale per la prima volta raggiunsero la vetta delle classifiche mondiali nel 1964.
In un bellissimo live (forse uno degli ultimi loro concerti nella formazione storica) a Knebworth House il 21 giugno del 1980, dall'album "All summer long" ecco la mitica "I get around"...
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Tanti furono le hit lanciate da questa band, scritte per la maggior parte dal loro leader Brian Wilson: un genio della musica che, come tanti suoi colleghi dell'epoca, si lasciò travolgere dal successo e... dalle droghe pesanti, che purtroppo col tempo gli causarono gravi problemi psichici e la conseguente uscita dalla band...
Li riascoltiamo qui in un pezzo con il quale per la prima volta raggiunsero la vetta delle classifiche mondiali nel 1964.
In un bellissimo live (forse uno degli ultimi loro concerti nella formazione storica) a Knebworth House il 21 giugno del 1980, dall'album "All summer long" ecco la mitica "I get around"...
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mercoledì 9 febbraio 2011
John & Yoko... Just Like Starting Over
Quando il tempo "raffredda" un amore, è bello rivedere insieme vecchie foto e ricordare tempi migliori... Un modo per "Ricominciare di Nuovo"... Ecco l'album di famiglia di John Lennon e relativa colonna sonora... "Just Like Starting Over" ...
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