mercoledì 8 aprile 2009

La Cantina del Vinile: Cliff Richard


Nella nostra cantina abbiamo recuperato un “cavaliere” che cavalca la scena internazionale da più di 50 anni.Non stiamo parlando di un fantino ma di un baronetto, Sir Cliff Richard, pseudonimo di Harry Rodger Webb, cantautore britannico nato in India nel 1940 e insignito del titolo onorifico nel 1995 dalla Regina Elisabetta. Sua Maestà avrà avuto ragioni più che valide per scomodarsi così tanto.
Collocare Cliff Richard in un preciso genere musicale è più arduo che far giocare insieme Rivera e Mazzola. La sua carriera è stata influenzata da episodi che lo hanno modificato artisticamente e interiormente.
Con la sua band, gli Shadows, dominò la scena tra la fine degli anni cinquanta e inizio anni sessanta subendo il ciclone Elvis che lo portò a scalare la vetta delle classifiche con il brano rock Move It . Ma l’avvento dei Beatles e la sua conversione al cristianesimo, provocò un’ involuzione nei suoi lavori musicali. Infatti, per due anni salì sul podio dell’Eurofestival, competizione canora molto simile alla Coppa delle Coppe, in cui partecipava un cantante per ogni nazione (Toto Cutugno ne sa qualcosa). Nonostante tutto, le vendite continuavano a premiare il buon Cliff.
Fortunatamente, nel 1975 decise di intraprendere un ennesimo percorso musicale che lo portò a realizzare brani pop-rock come Devil Woman, Dreamin’ e soprattutto We Don’t Talk Anymore (1979), ballata romantica caratterizzata da sonorità dance che divenne hit in Europa e negli Stati Uniti. Come se non bastasse, dal pop passò a dei brani molto più mielosi, mutamento che non placò l’affetto dei suoi fedelissimi fans che ancora oggi lo venerano come una vera e propria star. Ma a noi piace ricordare Cliff Richard mentre canta il suo successo ripetendo: "è così divertente il modo in cui non ci parliamo più, ma non sto perdendo il sonno nè contando le pecore…"

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